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Il Sistema Bibliotecario

Un gruppo di biblioteche specialistiche di varia provenienza istituzionale, eterogenee per vocazione disciplinare e profondamente diversificate nella loro essenza si sono costituite in sistema. L'alta specializzazione delle loro raccolte le accomuna ed indirizza univocamente nell'intento di valorizzare i rispettivi patrimoni attraverso la condivisione di strumenti di lavoro idonei al trattamento avanzato delle informazioni bibliografiche. Il loro incontro si deve essenzialmente alla struttura che vi è sottesa, alla ragion d'essere di ogni rete di cooperazione che si fondi sulla tecnologia applicata alla catalogazione. La comune esigenza di un accesso qualificato alle proprie risorse ha determinato l'adozione di strategie operative in linea con gli standard internazionali e la partecipazione delle Biblioteche al progetto del catalogo collettivo nazionale delle Biblioteche Italiane.

L'allestimento di un proprio catalogo collettivo e l'armonizzazione dei servizi sintetizzano il senso di questo operare insieme, dato che nelle biblioteche il sapere non viene offerto indifferentemente, attraverso la mera raccolta dei suoi oggetti, ma si carica virtuosamente e si autoalimenta per effetto delle strutture preposte all'organizzazione delle informazioni. In tali strutture le biblioteche individuano le condizioni necessarie affinché, a fronte di qualunque tipo di offerta culturale, si compia un'opera di ordinamento del pensiero e dei suoi effetti, consentendo alle persone di incontrare i concetti, di muoversi liberamente all'interno di percorsi fecondi e tali da non disperdere la ricchezza dei contenuti di ciascun patrimonio bibliografico o documentario.

L'istituzione del Polo Biblioteche Specialistiche di Reggio Emilia si inquadra perciò nell'architettura territoriale del Sistema Bibliotecario Nazionale (SBN), basato sulla catalogazione partecipata delle sue entità-biblioteche, la quale avviene attraverso il colloquio on-line predisposto tra le periferie (Poli) e la base-dati centrale (Indice).La costituzione e l'organizzazione del Polo reggiano discende da una convenzione stipulata nel 2008 tra due biblioteche orbitanti intorno alle discipline della musica e dello spettacolo -rispettivamente dell'Istituto Superiore di Studi Musicali e del Teatro Municipale - l'Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna e il Servizio Gestione Sviluppo Tecnologie e Sistemi Informativi del Comune di Reggio Emilia. Sorto su iniziativa delle due biblioteche native, il sistema ha successivamente accolto nel 2009 le biblioteche "Emilio Sereni" e "Carlo Livi" e, nel 2010, la Biblioteca Medica dell'Arcipedale S. Maria Nuova. Si sono infine unite la Biblioteca "Maldotti" di Guastalla e la Biblioteca "Ettore Borghi" dell'Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea in Provincia di Reggio Emilia (ISTORECO).

Poiché le teorie che costruiamo per risolvere i nostri problemi tendono ad accrescersi all'interno di sistemi unificati, se l'intento di una biblioteca è quello di soddisfare studiosi di problemi e non di materie, la coesistenza di biblioteche così diverse non potrà risolversi nella sola condivisione di tecnologie che presiedono al loro funzionamento, ma potrà stimolare inconsueti apparentamenti ed inedite aperture interdisciplinari. Condividere un sistema, infatti, presuppone che ogni biblioteca deputata a documentare un settore specifico del sapere umano possa più facilmente "collegarsi" alle altre, dato che i problemi possono passare attraverso i confini di qualsiasi materia o disciplina. Questo modus operandi potrà indurre ogni disciplina, ed ogni biblioteca che ne racchiude i prodotti , a pensarsi "più concretamente" in relazione alle altre, e così, nella fattispecie delle realtà in oggetto, la musica a pensarsi in relazione alla medicina e la medicina alla musica, nella misura in cui all'antico binomio già ampiamente indagato su un piano squisitamente antropologico e umanistico, possa opporsi il più aggiornato settore di ricerca delle moderne neuroscienze, le quali, basandosi sulle reazioni e sugli effetti del musicale nelle mente umana, traggono preziose informazioni sulle funzionalità cerebrali e sui meccanismi che presiedono alla loro interazione. Allo stesso modo lo studio della musica riferito alle sue modalità di trasmissione orale, ampiamente attestate nelle emergenze locali indagate dall'etnomusicologia, potrà trovare nei materiali di studio sul mondo contadino spunti per una riflessione a tutto tondo sui modi di essere del canto e della musica popolare, in quanto espressioni profondamente radicate nella storia e nell'identità sociale del nostro territorio.